[IT] Italia – Finalmente i conti tornano

La situazione dell’Information Technology italiana e i significati dell’operazione italia.it nella lucida e accurata riflessione di Andrea Giammarchi.

La realtà italiana del settore IT
Sono diverse settimane che seguo gli interessanti interventi di Punto Informatico che riguardano il settore IT.

Addetti ai lavori di ogni tipo con esperienza da 0 a 100 e per ogni età lamentano problematiche analoghe, quali:

  • retribuzione non adeguata rispetto le competenze richieste
  • ricerca di professionisti senior di ogni tipo per offerte spesso sotto le 1.000 euro mensili
  • mancata consapevolezza sulle reali necessità aziendali, annunci improbabili per ricoprire ruoli che non hanno nulla a che fare col curriculum ideale
  • sfruttamento d’orario, contratti raramente a tempo indeterminato
  • carriere “ghiacciate” dalle dubbie prospettive future
  • mancata disponibilità di fondi, mancata voglia di investire
  • esubero di “gonfia curriliculum” e professionisti qualificati e veramente capaci messi spesso sullo stesso livello dei primi

Unanime l’idea che in Italia il progresso in ambito IT sia tra i più discutibili d’Europa mentre alcuni giurerebbero tra i più arretrati a livelo mondiale.

La news che ha creato un frastuono imbarazzante in questi ultimi giorni è che finalmente abbiamo le prove inconfutabili che in italia non si ha nemmeno vagamente la concezione di cosa sia un sito Web, cosa sia la sicurezza, come si inseriscano semplici contenuti ne di come un servizio possa realmente essere di pubblica utilità.

Il caso in esame è il tanto atteso portale del turismo italiano, una macchina divora soldi accesa da 3 anni capace di trangugiare “solo” 45 milioni di euro contro i potenziali 90 previsti inizialmente per offrire ai cittadini italiani una inconfutabile prova che:

  • in Italia non abbiamo le competenze per valutare i costi effettivi di un qualunque progetto, inutile quindi proporre finanziarie su finanziarie quando la capacità di sperperare in ogni dove è intrinseca
  • in Italia nessuno da il buon esempio, inutile presentare per primi una legge ben fatta quando in 3 anni di tempo non si ha avuto il buon senso di rispettarla
  • in Italia alcune persone che ci rappresentano non hanno i requisiti tecnici per valutare obbiettivamente i risultati ottenuti, tantomeno darci delle corrette informazioni
  • in Italia mancano percorsi di formazione pubblici e dedicati, non a caso da alcuni mesi un gruppo di professionisti sta lavorando per definire ruoli e competenze utili per lo sviluppo Web, non ci sono quindi competenze tecniche ufficiali per garantire la buona riuscita di un qualunque progetto Web

Da un punto di vista puramente tecnico è come se un supermercato affidasse al proprio macellaio lo sviluppo e la realizzazione di un’automobile Gran Turismo.
L’esempio non regge comunque il confronto, dato che la cultura automobilistica italiana è un vanto documentato dal successo dei più noti produttori di auto.

In questo settore abbiamo ingegneri meccanici, ingegneri informatici, ingegneri edili ed ingegneri aereonautici, che cosa abbiamo invece per il Web? Nulla!

Nulla che prepari tecnicamente un professionista di settore, nulla che sia una effettiva specializzazione o come dicono nella pagina accessibilità del portale in esame, nulla che garantisca una competenza DE FACTO.

Il messaggio per tutti gli italiani è quindi il seguente:

  • se non avete adeguate competenze per svolgere il vostro lavoro, nonostante un budget praticamente illimitato affidato solo a voi, scrivete che il risultato ottenuto è un risultato de facto, il che implica la totale mancanza di responsabilità da parte vostra sulla corretta riuscita del progetto
  • se superate i limiti di velocità scrivete nel verbale la seguente giustificazione: de facto ero convinto di rispettare i limiti
  • se siete evasori fiscali dichiarate che de facto avete avuto spese di altro tipo paragonabili a delle tasse
  • se vi danno una scadenza e voi non la rispettate, non preoccupatevi, de facto potreste dire di averla rispettata proponendo un risultato estremamente parziale del progetto
  • se pagate le tasse regolarmente, se siete brave persone, se a stento arrivate a fine mese o a stento siete disposti a pagare milioni di tasse grazie al vostro invidiabile reddito, de facto state buttando via i vostri soldi

Se nel nostro piccolo facciamo del nostro meglio, chi ci governa ha intere strutture capaci di decidere come investire i nostri soldi.
Queste strutture sono state selezionate, oserei dire “giustamente”, per collaborare con colossi della portata di IBM, la quale ha fornito la piattaforma di sviluppo configurata in modo tale da permettere di includere codice arbitrario all’interno di una pagina capace di mostrare avvisi, prendere informazioni (cookie) degli utenti navigatori e reindirizzarle altrove o, perchè no, includere interi siti all’intero dello stesso portale.

Tutto questo in un unico disservizio dal costo proibitivo ma capace di creare lavoro grazie ad una cifra che non richiede certamente una garanzia di fatturato.

Unica pecca è che non essendoci un albo dei professionisti di settore, non essendoci ancora un ente ufficiale capace di valutare le effettive capacità di settore, la selezione del personale sarebbe stata comunque e probabilmente all’italiana.

Il dubbio che questo sia accaduto lostesso è il fatto stesso che i responsabili del sito siano stati prontamente cancellati dalla pagina “chi siamo”.

Tanti dunque gli avvenimenti percepibili in tempo reale dalla fatidica data di lancio.
Mentre la televisione non ha infatti dato alcuna notizia sul putiferio causato dall’uscita del portale, gli artefici dello stesso hanno provveduto a:

  1. eliminare un’introduzione animata dal peso affatto contenuto della durata di 15 secondi con reindirizzamento dopo 18 secondi che impediva ad utenza di ogni tipo di accedere alle informazioni del portale
  2. eliminare un’ulteriore introduzione “holliwoodiana” pesantissima per tutte le persone non servite da ADSL
  3. risolvere problemi di caratteri illeggibili
  4. risolvere alcuni problemi di inclusione codice grazie al debug effettuato gratuitamente da noi stessi, professionisti di settore
  5. risolvere in tempi records, sempre grazie alle critiche ed ai consigli di noi stessi, il problema delle tabelle

Sembra quindi evidente che mentre stampa e televisione continuano a non raccontarci praticamente niente, qualcuno si è preso le proprie responsabilità e sta tentando di rimediare agli inopinabili errori tecnici presentati giorni fa con troppo entusiasmo.

Solo alcune domande, per concludere, che vorrei rivolgere a tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questo portale:

  1. 3 anni per un un flop come questo non erano sufficienti per presentare un sito a norma di legge?
  2. è possibile avere i dettagli, ente per ente e singolo incaricato per singolo incaricato, di come sono stati spesi i nostri soldi?
  3. è possibile pretendere le vostre scuse nei confronti di chi questo lavoro se lo suda veramente e quotidianamente e che grazie a questo portale è stato ridicolizzato in tutto il mondo?
  4. è possibile che a prescindere dal governo le cose in Italia vadano sempre per lo stesso verso?
  5. cosa possiamo fare noi elettori per far si che i nostri rappresentanti o come dice Beppe Grilloi vostri datori di lavoro” smettano di buttare via continuamente soldi e invece di aiutare a risolvere reali esigenze e problematiche della nazione, ci fanno semplicemente imbestialire?

Ora provate a dire che i conti non tornano, provate a pensare che “è strano che accadano certi fatti” … provate a dire che siete orgogliosi di come veniamo rappresentati, tutto torna, tutto ha un filo logico ben definito: Welcome Italy.

5 comments so far

  1. Fabrizio on

    Sono d’accordo con Andrea per questo intervento (pulito ed essenziale).

    Questa opera, a mio modesto parere, è un insulto e soprattutto un danno di immagine incalcolabile per tutti coloro che si impegnano ogni giorno a fare bene e con competenza il proprio lavoro nel settore dello sviluppo web in Italia.

    Ora il mondo intero guardando quel sito (e ipotizzando che sia stato fatto “al meglio”) considererà le nostre capacità come inadeguate e arretrate. La colpa a mio avviso – sia ben chiaro – non è da ricercarsi negli esecutori materiali delle pagine (tra cui qualche co-co-pro che sta facendo gavetta magari), ma nelle persone che avevano la piena responsabilità sulle decisioni tecniche e sulla scelta delle persone e dei tempi di sviluppo.

    Come è stato fatto notare, il sito non rispetta la Legge Stanca per cui mi pongo la seguente domanda: il contratto firmato dalla PA non dovrebbe essere automaticamente nullo (proprio per via della suddetta Legge)?

  2. Luca Carlucci on

    “La colpa a mio avviso – sia ben chiaro – non è da ricercarsi negli esecutori materiali delle pagine (tra cui qualche co-co-pro che sta facendo gavetta magari), ma nelle persone che avevano la piena responsabilità sulle decisioni tecniche e sulla scelta delle persone e dei tempi di sviluppo.”

    Francesco, il tuo avviso è l’avviso di tutto il blog! E dunque lo riquoto come affermazione:

    La colpa non è da ricercarsi negli esecutori materiali delle pagine (tra cui qualche co-co-pro che sta facendo gavetta magari), ma nelle persone che avevano la piena responsabilità sulle decisioni tecniche e sulla scelta delle persone e dei tempi di sviluppo.

  3. Andrea Giammarchi on

    Il mio intervento, sia chiaro, non è rivolto esclusivamente agli esecutori del progetto ma anche a loro.

    Il mio intervento è rivolto all’intera operazione, al governo precedente e a quello attuale, ai responsabili del preventivo, della somma utilizzata, della distribuzione di denaro e delle responsabilità ed infine anche degli esecutori finali.

    Saranno dei co.co.pro in gavetta .. direte voi, ebbene voglio il nome della persona capace di selezionare persone di questo livello per un progetto ambizioso come questo, perchè co.co.pro o non co.co.pro, sono queste persone che noi, sempre e solo noi, paghiamo.

    Il problema quindi è a monte del sistema, loro sono l’ultimo masso di una piramide inversamente proporzionale rispetto al guadagno ed in questo caso rispetto anche alle competenze, dove chi dovrebbe assumersi le responsabilità ha la faccia tosta di intascarsi i soldi e togliere perfino i nomi dei responsabili, mentre chi ha avuto la “sfortuna” di dover realizzare front-end e struttura, dato che il back-end era li, già pronto, non aveva comunque competenze sufficienti per prendersi la responsabilità di creare il più grande progetto Web mai realizzato dalla Pubblica Amministrazione.

    Sono tante le persone responsabili … non mi sento di giustificarne nessuna perchè quanto è accaduto con questo portale accade quotidianamente in tutti gli altri settori, in questo caso non sono stati nemmeno capaci di darci l’impressione di soldi spesi bene per il semplice motivo già detto: in Italia mancano le competenze di settore, ora grazie al portale del turismo da 45 milioni di euro nessuno potrà più affermare il contrario.

  4. F. Zocchi on

    Anche io sono del settore… questo sito glielo facevamo noi x 1000 euri… eheh

    Che vergogna, sembra il sito del mio paese

  5. bibop on

    attendiamo ansiosi il defacing!


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