Il trionfo degli inetti. Intervista a Falavolti, AD di Innovazione Italia: abbiamo speso solo un milione

i|nèt|to
agg., s.m.
CO
1 agg., che non ha attitudine a un compito, a una determinata attività pratica o intellettuale: i. a un mestiere, alle armi, agli affari, i. a comandare
2 agg., incapace di svolgere adeguatamente il proprio mestiere, la propria professione: operaio, impiegato, medico i.

Su La Stampa.it fresca di online, Anna Masera intervista Roberto Falavolti, amministratore delegato di Innovazione Italia Spa (Gruppo Sviluppo Italia), l’azienda statale incaricata di gestire 20 milioni di euro (dei 45 stanziati complessivamente) per realizzare la piattaforma tecnologica di italia.it.

L’intervista verte solo sui soldi, e il responso ha dell’incredibile.

Falavolti in sostanza ci dice che:

Dei 25 milioni di euro per contenuti regionali e nazionali: non è stato ancora speso nemmeno un centesimo di euro.

Dei 20 milioni per piattaforma tecnologica, redazione, traduzione etc:

– 9,6 milioni a IBM/ITS/Tiscover per sviluppo piattaforma tecnologica: loro il lavoro l’hanno fatto, più o meno, par di capire, però ancora non hanno preso una lira perchè c’è un contenzioso. Sentiamo: “Perchè durante lo sviluppo del progetto si è aperto un contenzioso, l’anno scorso, proprio in coincidenza col cambio di governo/ministro. Non eravamo soddisfatti, l’atto transattivo c’era stato ma abbiamo dovuto rifare completamente il piano di lavoro”.

– 9 milioni rimangono da spendere.

– 1 milione “circa” (come sono vaghi coi soldi altrui!) è stato speso per “per la gara, lo studio di fattibilità (rotfl – ndr) e il lavoro fatto finora è stato speso circa un milione di euro”.

– 400.000 mancano all’appello: chissà, magari sono quel “circa”.

E dunque, siori e siore, andiamo a riassumere

.

Hanno un progetto web da realizzare e quarantacinquemilioni di euro disponibili.

In tre anni di tempo questi ottimi dirigenti:

Non hanno prodotto una riga di contenuto (dei 25 milioni di euro, nemmeno un centesimo investito, come per altro affermavamo qui proprio oggi).
Piattaforma tecnologica: il lavoro si è guastato a metà strada, tanto da far aprire un contenzioso tra il consorzio d’imprese e il committente (Innovazione Italia, cioè Falavolti: a proposito Roberto, complimenti per la gara d’appalto! Ha scelto proprio le aziende migliori, eh?) (e poi, un presentimento: ma l’elemento chiave che ha fatto guastare il lavoro sarà mica la famigerata, nonché concettualmente ridicola, Piattaforma nazionale di booking online in ASP, che era uno dei cardini dell’italia.it di Stanca, poi persasi misteriosamente per strada? Sarà mica che all’IBM l’hanno fatta lavorare per un anno su una megalomane piattaforma di booking, per poi dirgli “no guarda, era un’idea sciocchina, non la facciamo più”?).
altri 9 milioni sono lì, intonsi, a far ciao ciao colla manina ai 25 già menzionati.
1 milione “circa” è stato speso in fuffa (la gara d’appalto, il piano di fattibilarità e il lavoro svolto fin qui: quale, per l’esattezza?).

Cioè a dire: in tre anni, e con 45 milioni di euro a disposizione, i nostri dirigenti non son stati capaci non dico di portare a termine, ma nemmeno di impostare correttamente un progetto web.

Ma c’è di piùe qui entriamo nell’orrido: di siti ne hanno fatto uno, sì, rabberciato su in due mesi, letteralmente ridicolo, professionalmente indecente, e, per salvare la loro faccia (che, in effetti, tre anni cominciavano a parere un po’ tantini neh?), ci hanno fatto perdere la nostra davanti al mondo: presentando un improbabile trabiccolo, scassato e oberato dagli errori, come il simbolo della creatività e dei valori italiani! l’immagine! il rilancio! la comunicazione!

Sublime il passaggio: “Col nuovo governo/ministro (Nicolais) si è deciso che fosse comunque utile partire, per evitare di interrompere un’iniziativa importante per il settore turistico, che in Italia rappresenta il 10 per cento del prodotto interno lordo”.
Cioè: per un business importantissimo per l’economia italiana qual è il turismo, i signori Falavolti e Nicolais hanno ritenuto far cosa utile il mettere online un Portale Nazionale del Turismo che è l’immagine stessa della disorganizzazione e dell’improvvisazione! Davvero non si sa che dire: sembra di avere a che fare con dei venusiani.

E, sempre pur di non perdere la faccia, il portale rabberciato continuano a tenerlo online, sputtanando (permettetemelo, non trovo altro termine) l’immagine – e la professionalità – di un intero paese.

Bene, al di là dell’indignazione per siffatta rappresentanza, io sono tranquillo: gli italiani che lasceranno un segno in questo paese siamo noi.

Loro, l’unico segno che lasceranno sarà l’effimera scia dell’inettitudine e del fallimento – inettitudine e fallimento lautamente stipendiati dalle nostre 8 ore di lavoro giornaliere: chissà, forse è solo per quello che, pur in assenza di ragionevoli motivi, sembrano piuttosto soddisfatti.

Ps: Gentile Anna Masera, la prossima volta che intervista Falavolti, per cortesia potrebbe chiedergli da parte nostra a quanto ammonta il suo stipendio?

Luca Carlucci

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25 comments so far

  1. Gianpaolo D'Amico on

    purtroppo la frase: “nel frattempo mettiamolo on line che poi vediamo di migliorarlo” è alquanto ricorrente nel mondo del lavoro italiano.

    sicuaremente è andata così. Non sapevano come gestire i soldi per un progetto di questo tipo e sono entrati in un tunnel senza uscita. allora hanno deciso di fare un buco in alto e uscire fuori.

    Immaginate se alla FIAT fanno un discorso di questo tipo? Intanto mettiamo l’auto sul mercato, poi se non funzionano le ruote ci pensiamo dopo.

    Quello che veramente mi crea sconcerto è come queste persone non abbiano capito l’importanza e la criticità del medium internet oggi.

    non puoi rilasciare un progetto web a metà e vedere cosa succede. gli utenti ti uccidono. tutto il mondo ti uccide. subito.

    purtroppo c’è la percezione in questi personaggi che il web è un medium raffazzonato. meglio la televisione. e si scavano la fossa da soli.

    per testare la soddisfazione degli utenti è molto più facile assumere un paio di seri administrator che ti permettono di controllare gli accessi in modo intelligente, piuttosto che andare a installare nelle case delle fantomatiche famiglie auditel un ageggio vetusto e inutile.

    siamo e rimarremo un paese comandato da persone anziane, speriamo solo di non diventare come loro negli anni a seguire

  2. […] anna masera giornalista de il tempo intervista Roberto Falavolti, amministratore delegato di «Si Innovazione Italia» (Sviluppo Italia), come riportato anche dall’onnipresente “scandalo italiano“. […]

  3. ramos67 on

    sul blog di stefano epifani articolo interessantissimo su correlazioni con il ministro Nicolais…

  4. freewriter on

    tipico italian style… non ricordo dove, ma di recente ho sentito o visto (a report?)di auto messe in circolazione negli anni ’80 con un difetto di produzione (rilasciavano gas tossico nell’abitacolo)… nessuno ha detto beh finché un signore, che gas consentendo si e’ ammalato di cancro, ha denunciato la cosa… risultato? le auto sono rimaste in circolazione. come spezzare questo sistema ormai non più degno di alcun aggettivo?

  5. medo on

    Questi pseudo-innovatori sono delle gran merde. All’estero ci stanno prendendo per il culo come non mai per queste cose. Bisogna andare a prenderli casa questi incompetenti maledetti.

  6. Max on

    Io ho scritto una mail a DiPietro nella quale gli chiedevo spiegazioni sulla questione e sulla grossa somma di denaro utilizzata per questo scempio.
    Questa la sua risposta arrivata doo circa 3 giorni:

    —————————————–
    Gentile Massimo

    Comprendo la sua indignazione, ma purtroppo non sono al corrente della questione. Messa così mi sembra davvero un’enormità. Una vera vergogna, anzi. Cercherò di informarmi. Grazie per la segnalazione.

    Cordialmente
    Antonio Di Pietro

    —————————————–

  7. alessandro on

    Direi che la campagna potrebbe diventare: vogliamo indietro i nostri soldi!!!!

    Che vengano spesi per l’istruzione o la ricerca scientifica.

  8. mazzetta on

    una delle aziende che ha vinto l’appalto per il portalone è Tiscover, che sembra già essere stata coinvolta in altri “affaroni” in Italia, in particolare in Trentino (ha accordi anche con Torino e Padova)

    http://www.delladio.com/articoli/TRENTINOTIS_COMMISSIONE_INDAGINE.htm
    http://www.delladio.com/interrogazioni/turismo/1098_XIII.htm

    L’azienda dovrebbe essere austriaca
    http://www.comunicati-stampa.net/az/az-340/Tiscover_Italia_srl
    e ha già un portale per l’Italia
    http://www.tiscover.it/ sul quale è possibile fare prenotazioni, informarsi etc.

    Ha costruito anche il “portalone” per la Scozia
    http://www.visitscotland.com/
    un’altra avventura entusiasmante a sentire loro
    http://homes.tiscover.com/sixcms/detail.php?id=307699&template_id=8408

    Ma ha anche preso l’appalto (con Siemens) per il portalone europeo
    http://homes.tiscover.com/sixcms/detail.php?id=299167&template_id=8408

    che giustamente riporta solo traduzioni in alcune delle lingue europee (niente italiano) e per i visitatori provenienti dall’Europa solo la versione inglese
    http://www.visiteurope.com/

    e che a occhio non sembra granchè, ma sicuramente costa di meno del portalone italiano, peraltro ignorato, poichè il portale europeo punta a http://www.enit.it/default.asp?Lang=UK

    e a questo punto con quello personale del ministero di Rutelli fanno almeno 3 portali nazionali pubblici dedicati al turismo, ma temo che ce ne siano altri

    Dicono di loro stessi:
    “La società risulta tra i più importanti fornitori di DMS (Destination Management Systems) e gestori di portali turistici a livello europeo e fra i suoi mercati annovera paesi come la Svizzera, l’Inghilterra, la Germania, l’Austria e il Sudafrica.”

    A questo punto sarebbe molto interessante se qualcuno intervistasse i signori di Tiscover per saperne di pù

  9. mazzetta on

    anzi
    dopo che ho scritto il commento ci jho pensato e ho provveduto direttamente (come http://www.altrenotizie.org) a contattare il loro ufficio stampa

    poi vi dico, se succede qualcosa

  10. mazzetta on

    anche visiteurope.com fa abbastanza schifo

    pur essendo in linea da quasi un anno, mancano ancora le traduzioni promesse 8almeno cinese e russo) http://www.newsfox.com/pte.mc?pte=060324005

    questa è la press release europea al lancio

    Fai clic per accedere a PressRelease_ENG_PortalLaunch_210306.pdf

    ho trovato quanto è costato realizzarlo : “IDA’s planned funding for the European Tourist Destinations Portal will amount to € 1.95 million, of which 0.65m for the development and validation phase (until November 2004) and 1.3m for the implementation phase (from December 2004 to September 2005). The results of the project will then be transferred to the ETC, which will operate the portal and support the costs for managing it (currently estimated to € 0.5m for the first twelve months) from the end of 2005 onwards.”
    da http://ec.europa.eu/idabc/en/document/3195

    -meno di due milioni di euro-

    Sarebbe anche carino sapere se italia.it è “armonizzato” con il portalone UE come suggerito dalla UE.

    La schifezzina europea costa quindi una ventina di volte meno di quella italiana, ad essere buoni.

  11. alessandroid on

    Un aspetto positivo: nello staff ci sono neolaureati in Scienze del Turismo.

    Ad esempio Dora Barone
    http://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=16644

    Sarà figlia di un Barone universitario ?

  12. Luca Carlucci on

    gran bel lavoro mazzetta! senti, ma perchè non scrivi un bel post sulla questione?

  13. mazzetta on

    eh Luca, adesso vedo se Tiscover risponde, poi magari ci faccio un articoletto

  14. Luca Carlucci on

    Ok, perfetto!

  15. ramos67 on

    ma le risposte di Di Pietro le dà un automa? Guardate su Diarium Neminis la stessa risposta..

  16. Francesco Patelli on

    Ho letto e riletto l’intervista a Falavolti.
    Due sono secondo me gli elementi dirompenti: il fatto che Si Innovazione Italia abbia avuto un contenzioso con IBM (proprio al momento del cambio di governo, ma guarda un po’) e che lui e il ministro Nicolais abbiano deciso di andare avanti.
    Su cosa hanno litigato e perché?
    E poi, perché si sono messi d’accordo e hanno deciso di andare avanti? C’entra qualcosa il fatto che Nicolais fosse nel consiglio di amministrazione di ITS, una delle società che ha vinto l’appalto con IBM?
    Sta a vedere che adesso anche la sinistra ha il suo bel conflitto di interesse…
    Dai, magari si riesce a fare una bella legge bipartisan che impedisca a loschi figuri di appropriarsi dei nostri soldi per trarne vantaggi personali.

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  23. Ego on

    Lo stipendio di Falavolti?
    Siete curiosi?

    Circa 400k anno.
    Del resto Sviluppo Italia è una azienda pubblica, gli stipendi dovrebbero anche loro essere pubblici.

    Ciao.

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