Storia di uno scandalo italiano #3. Le aziende: IBM/ITS/Tiscover

AVVERTENZA: questo è un post aperto e in progress. Qualsiasi aggiunta e integrazione da parte dei suoi lettori, e qualsiasi rettifica da parte delle aziende menzionate, è benvenuta e verrà integrata nel post.

Puntate precedenti: Storia di uno scandalo italiano #1: gli albori, Storia di uno scandalo italiano #2: bandi, appalti, leggi e prenotazioni

Nell’ultima puntata ci eravamo lasciati al luglio 2005, data nella quale Innovazione Italia Spa, l’azienda controllata dallo stato e incaricata di gestire i 20 milioni di euro messi a budget per lo sviluppo della piattaforma tecnologica di italia.it, conclude il bando di gara per l’appalto dei lavori da lei stessa promosso qualche mese prima.

Ricordiamo che il bando prevedeva, tra le altre cose: la realizzazione di una piattaforma di booking online in ASP (in sostanza un sistema centralizzato nazionale di prenotazioni turistiche online); la messa online della piattaforma globale a 3 mesi dall’assegnazione del bando (quindi, ottobre 2005).

Ricordiamo anche, a titolo di cronaca, chi erano e sono i vertici di Innovazione Italia Spa: Roberto Falavolti, Amministratore delegato, e Andrea Mancinelli, Presidente, nonché braccio destro del Ministro dell’Innovazione Lucio Stanca: egli rivestiva infatti anche la carica di capogabinetto del ministro (come si può verificare in questo organigramma del Ministero dell’epoca).

L’appalto, del valore di 7.8 milioni di euro IVA esclusa (9,6 milioni di euro comprensivi di IVA, a quanto dice Falavolti nella recente intervista a LaStampa.it) viene vinto da un’associazione temporanea imprese tra IBM Spa (capogruppo) con I.T.S. Spa e Tiscover AG (mandanti).

E’ giunto il momento di sistematizzare un po’ quel che sappiamo di queste tre aziende.

IBM Italia Spa

sito web: http://www.ibm.com/it/ Presidente: Andrea Pontremoli

IBM, a quanto è dato capire, doveva fornire il cuore IT del portale, segnatamente attraverso il suo prodotto IBM WebSphere – in parole profane, un maxi pacchettone multipiattaforma per l’e-business.

Sempre IBM avrebbe dovuto presumibilmente occuparsi, in sinergia con Tiscover (che, vedremo in seguito, proprio di queste cose si occupa) della fantomatica piattaforma di booking in ASP, fin dall’inizio una delle colonne portanti dell’italia.it di Stanca (e richiesta esplicitamente dal bando di gara: “Realizzazione dell’infrastruttura ICT del Portale Nazionale per il Turismo Italia.it (…) inclusa la piattaforma di booking in ASP”), e poi misteriosamente scomparsa.

Sulla vincita di IBM, c’è poco da dire: si tratta della filiale italiana di uno dei più grandi e storici colossi dell’informatica mondiale, e dunque si tratta senza dubbio di un’azienda di altissima qualità.

Però non si può non rilevare un dato macroscopico, per altro assolutamente di pubblico dominio: l’ex Ministro per l’Innovazione Lucio Stanca, l’uomo che ha fortissimamente voluto e finanziato con 45 milioni di euro (però abbiamo già visto che ne avrebbe voluti 90) l’operazione italia.it, è entrato in IBM nel 1968 e ne è uscito nel marzo 2001 da Presidente (biografia ufficiale dal sito dello scomparso Ministero dell’innovazione).

Conflitto d’interessi? Sì, no, forse: tanto alla fine la cosa è irrilevante, dal momento che si sa che in Italia il conflitto d’interessi non è contemplato dall’etica pubblica.

Il dubbio di molti è che IBM avrebbe avuto ottime chances di vincere l’appalto anche se alla gara avesse partecipato la Werpuqqixxian Inc. Incorporated, la nota azienda di Alpha-Centauri in possesso di una tecnologia di e-business anni luce avanti a quella terrestre.

Infine una piccola spigolatura ad esclusivo uso degli amanti della dietrologia.
Readytec, un’azienda di soluzioni software, è una partner commerciale strettissima di IBM, al punto da avere, oltre al proprio sito web, un micro sito interno al sito di IBM Italia.
Alla fine del gennaio 2004, Readytec lancia sul mercato “Booking on line” (scheda software dal sito IBM), il lato software di una piattaforma di booking on line in ASP “naturale complemento di siti statici istituzionali, portali turistici o catene di strutture ricettive” che, per il lato IT, si appoggia chiaramente su IBM.
Un mesetto dopo, agli inizi del marzo 2004, Lucio Stanca avvia l’operazione italia.it, che avrà tra i suoi requisiti portanti la realizzazione di una piattaforma di booking on line in ASP.

TISCOVER AG

sito web Tiscover italia: http://www.tiscover.it/ Consiglio di amministrazione: Konrad Plankensteiner e Bruno Walter

Tiscover è un’azienda austriaca specializzata nella realizzazione di portali turistici: realizza portali turistici a marchio Tiscover, e ne realizza anche per conto terzi (come nel caso italia.it, o del portale turistico nazionale scozzese, o del portale turistico regionale del trentino: costato alla regione 650.000€ l’anno + spese varie senza grossi benefici, stando a quel che polemicamente scriveva nel 2004 il consigliere regionale di Forza Italia Mauro Delladio) fornendo il proprio know-how in materia di Destination Management Systems – DMS (per saperne di più).

Ora, risulta chiaro che per italia.it Tiscover avrebbe dovuto fornire pacchetti gestionali relativamente alle questioni di destinazione delle mete turisitiche, e di booking (prenotazione) online: quest’ultimo aspetto era previsto dal bando di appalto, ma non è stato realizzato.

La cosa che salta all’occhio di noi profani dei grandi business è la seguente.

Il core business di Tiscover, quello per cui è nata, è la realizzazione e gestione di portali turistici a proprio marchio (per la lista completa, vedasi qui sulla sidebar a sinistra).
Nel 2003 Tiscover realizza un portale turistico a proprio marchio per l’Italia.
Nel 2005 partecipa alla gara d’appalto per il portale turistico nazionale italiano che prevedeva, a chiare lettere, la realizzazione di un sistema di booking on line “nazionalizzato”. In altre parole, Tiscover si offre di realizzare il portale che diverrà, potenzialmente, il suo più grande competitor sul mercato del marketing turistico a destinazione italiana.
Conflitto d’interessi? Sì, no, forse. E’ stato saggio far vincere la gara per il portale a un competitore del portale stesso? A occhio e croce, no.

ITS Spa

sito: http://www.its.na.it – Presidente: Pietro Altieri

La Its è un’azienda tecnologica di Napoli.

Di cosa si occupa? Lasciamo parlare la mission sul sito aziendale:

Information Technology Services S.p.A., un polo tecnologico di livello internazionale, opera nel settore dell’Information & Communication Technology, progettando e realizzando sistemi informativi e soluzioni che integrano le tecnologie dell’informazione, delle telecomunicazioni e della multimedialità.

Fondata a Napoli nel 1994, in pochi anni l’azienda è diventata, per fatturato e dipendenti, uno dei gruppi di punta nel panorama informatico nazionale, collaborando con i principali attori operanti nel mercato italiano delle telecomunicazioni.

Uhm, piuttosto vago. Notizie più chiare le troviamo sulla pagina organizzazione:

aree di competenza applicativa:

* Sistemi custom
o Internet
o Spazio
* Reti
o Sistemi per operatori di TLC (OSS e VAS)
o Sistemi telefonici
* Sistemi per applicazioni vocali
* Facility management e Outsourcing
* Multimedialità
o TV
o Grafica, video, audio digitale
o Formazione

Insomma, robe tecnologiche perlopiù. A livello di contenuti: tv, grafica, video, audio.

Ma ITS, esattamente, di cosa era incaricata nella realizzazione di italia.it?

La risposta ce la dà www.denaro.it, testata economica regionale campana dalle molteplici estensioni, e vicinissima ad Altieri: se digitate “Pietro Altieri” sul motore di ricerca di denaro.it, escono fuori centinaia di risultati; inoltre il gruppo Il Denaro e la ITS di Altieri lavorano “in sinergia” per realizzare il canale satellitare Denaro TV. Insomma, tutto ciò per dire che denaro.it è fonte molto vicina a Altieri e ITS, e dunque preziosa ed affidabile.

Piccola curiosità: denaro.it ci informa anche sul dov’è fisicamente localizzata la redazione di italia.it, ovverosia a Napoli, “presso la sede Fuorigrotta di ITS”.

Torniamo alla domanda: che cosa deve/doveva realizzare la ITS per italia.it?

Its ha curato l’elaborazione dei testi e delle immagini e la parte giornalistica del portale. (fonte denaro.it, 23/02/2007)

Elaborazione testi? Parte giornalistica? Ma la ITS non dice di se stessa che si occupa di software, soluzioni tecnologiche e, al limite, di grafica e video?

A che titolo, in sede di appalto dei lavori, si è scelta questa azienda per realizzare un lavoro in cui non era evidentemente specializzata?

Per fugare ogni dubbio, abbiamo rovistato nella case history sul sito ITS e, ad essere onesti, un precedente – l’unico che abbiamo trovato – per un simile incarico c’è: la realizzazione del portale turistico della regione Campania, per la quale ITS ha curato anche la “gestione della Redazione del Portale (…) basata sul modello della redazione di un giornale on line”.

Ora, se vi prendete la briga di navigare un po’ codesto portale, credo vi accorgerete che non si tratta di un prodotto di primerrima qualità, diciamo così. En passant, menzioniamo il fatto che il vicediretore editoriale della redazione di italia.it e la responsabile del portale campano, sono la stessa persona.

Riassumendo: Innovazione Italia Spa, in sede di gara di appalto, ha scelto per la redazione dei testi e dei contenuti giornalistici del portale italia.it la ITS, ovvero un’azienda non specializzata in quello, e il cui unico precedente (reperibile) in tal senso non brillava certo di luce abbagliante.

E’ stata una buona scelta? I risultati parlano chiaro: no.

Adesso un piccolo colpo di scena: ma a chi appartiene la ITS?

A Pietro Altieri, abbiamo detto. A questo punto una piccola bio di Altieri ci sta tutta, e ci affidiamo alle parole mordaci di un storico periodico di sinistra della regione, La Voce della Campania, che pare non averlo in gran simpatia:

Ex Italsider, quindi passato alla controllata del vecchio Banco di Napoli per il germogliante settore informatico Datitalia, a fine anni ottanta Altieri si è messo in proprio, dando vita ad un piccolo ma agguerrito impero societario nel campo delle subforniture tlc, sempre o quasi all’ombra del parastato (…) Da pochi computer di famiglia alla conquista dello spazio. Non è l’odissea dell’ultimo astronauta, ma l’irresistibile escalation di un ex casco grigio dell’Italsider di Bagnoli, Pietro Altieri. Il suo idioma, ormai, non è più il torrese (il suo gruppo, infatti, spunta a Torre del Greco) ma il newyorchese, viste le “Digital factory” e le “Digital Academy” di cui ormai mastica quotidianamente.. [fonte]

Torniamo a noi. La ITS è sua. Tutta?

No. Non tutta.

Il 30% è… è…. preparate un bicchierino di cognac… diiiiii… Sviluppo Italia!

Proprio loro! I nostri eroi! Il gruppo statale finanziato solo dai nostri soldi che dovrebbe aiutare lo sviluppo del paese e che invece non si sa che fa! (scandaloitaliano, Report)

Lo stesso gruppo che controlla Innovazione Italia Spa, azienda anch’essa pubblica, e che ha avuto incarico dal Ministro Stanca di gestire l’appalto per italia.it (20 milioni di euro nostri), e l’ha dato, tra gli altri, a ITS Spa, il cui 30% è proprietà… di se stessa, cioè di Sviluppo Italia!

Conflitto di interessi? Noooooo.

(A questo punto diamo a Cesare quel che è di Cesare: tutto questo fantastico mondo di aziende che si chiamano Spa ma che in realtà sono robe statali sovvenzionate dai nostri soldi – ricordiamo che il gruppo Sviluppo Italia è composto da una roba tipo 28 sottosocietà tutte febbrilmente dedicate a far sviluppare il paese e all’uopo affamate di denaro pubblico! – è stato architettato, voluto e realizzato dalla scorso governo Berlusconi. Per altro il presente governo Prodi pare fin’ora accettare di ottimo grado lo stato delle cose).

11 Aprile 2002: “Sviluppo Italia entra nel Gruppo Its“. Leggetevi l’articolo perchè ne vale la pena.

Quindi Sviluppo Italia acquisisce il 30% di ITS: in altre parole significa che trasferisce una bella quantità di denaro dalle nostre tasche alle tasche di ITS. Quanto? Non lo sappiamo. Nell’articolo si parla di investimenti per 6 milioni di euro, ma non è chiaro a cosa si riferiscano. Si dice anche che dopo cinque anni Sviluppo Italia è tenuta a uscire dal gruppo: riavremo indietro i nostri soldi colà investiti? Non si sa: attendiamo chiarimenti in proposito.

Sviluppo Italia, attraverso la sua controllata Innovazione Italia, trasferisce un altro bel malloppino di soldi pubblici nelle tasche di ITS appaltandogli una parte dei lavori (contenuti redazionali e giornalistici) per il portale italia.it.

Quanto? Da fonti non ufficiali, ma piuttosto addentro alla cosa, noi sappiamo: 1.4 milioni di euro, non sappiamo se IVA compresa o meno, e su un totale di applato, ricordiamo, di 9.6 milioni di euroIVA inclusa (7,8 IVA esclusa).

E’ tanto? E’ poco? Sicuramente due miliardi e ottocento milioni di lire per dei contenuti testuali sono una bella cifra. Bisognerebbe analizzare per bene italia.it per quantificare i materiali redazionali e giornalistici prodotti da ITS, considerando che una buona parte dei contenuti sono stati acquistati a scatola chiusa da fornitori esterni (Istituto Geografico De Agostini, ViaMichelin – Guida Verde, Divitech, Il Meteo), come si può leggere nelle note legali del portale. Acquistati a che prezzo e con quali soldi (da ITS, quindi rientrano nel loro budget? da Sviluppo Italia, e quindi rientrano in un budget a parte?) non è dato saperlo.

Attendiamo precisazioni in merito da ITS e Sviluppo Italia Spa.

E adesso…

IBM, Tiscover e ITS, l’anno scorso, e a metà del lavoro, sono entrate in contenzioso colla committenza (Innovazione Italia, cioè noi), il lavoro è stato riprogettato in corsa, e i pagamenti alle aziende bloccati.

Si ignorano i motivi del contenzioso. Noi sospettiamo che siano legati alla mancata realizzazzione della piattaforma di booking in ASP, fortissimamente voluta da Stanca (tra le proteste degli operatori turistici), prevista dal bando ma probabilmente dismessa dall’attuale governo:

Il Portale, ha precisato Lanzillotta (attuale ministro degli Affari Regionali – ndr), ”dovra’ essere focalizzato sulla valorizzazione e la conoscenza dei prodotti, mentre per quanto riguarda l’ attivita’ di booking esistono gia’ altri soggetti privati che operano sulla rete. Vanno messi a sistema e accompagnati ma e’ inutile che il sistema pubblico si metta a competere su cio’ che i privati fanno bene (20.09.06)

In ogni modo a breve IBM dovrebbe parlare a questo proposito.

LEGGI ANCHE:
Sviluppo Italia e Innovazione Italia: quarantacinque milioni di perché

Milioni: sono più di 45. E potevano essere 90

21 milionidieuro alle (+10% dalle) Regioni per italia.it: da dove, perché, come, quando

37 comments so far

  1. G. Buzzanca on

    Eccellente. ben documentato.
    Serio. Nessun compiacimento nei luoghi comuni ….

  2. Francesco Aprile on

    Il pezzo è ottimo davvero.
    Certo che se non fanno la piattaforma di booking … questa è una variante e il bando di gara non la consente. Inoltre tra i requisiti di gara è ben esplicitato che bisogna aver già operato in precedenza sul booking con altro contratto. Se non se ne fa più niente è probabile un immediato ricorso di almeno una delle cinque escluse. Io lo farei. E così si entra in un ginepraio da cui non si esce più. Più facile che facciano una mezza porcheria, tanto per dire che c’è, e poi tanti saluti, non la userà mai nessuno.

  3. Sara Romani on

    > Più facile che facciano una mezza porcheria, tanto
    > per dire che c’è, e poi tanti saluti, non la userà
    > mai nessuno

    Se vai sulla pagina di Canazei trovi una scritta strana, non presente da altre parti: “vuoi prenotare adesso?”…
    Da li arrivi a un sistema di “ricerca della stanza” che alla fine ti rimanda a trentino.to.
    La cosa funziona comunque male (poteva essere altrimenti?), ma sembra essere esattamente “una mezza porcheria”, più che sufficiente per essere classificata come piattaforma di booking, o no?

    Ma perché non funziona per tutta Italia?
    Forse perché trentino.to appartiene alla regione e Tiscover (ma non è una della fantastiche tre aziende vincitrici?)…

    Quindi la piattaforma di booking “mezza porcheria” è quella già pagata dai contribuenti per il trentino?

  4. aghost on

    ho fatto un nuovo post su un altro “webmostro” da 37 milioni di euro, internetculturale.it

    Stranamente ancora governo berlusconi, ibm, gruppo telecom, il gruppo di tripi vicino alla margherita di rutelli, ancora lui….

    Ragazzi qua c’e’ da scavare parecchio ma mi pare ne possano uscire delle belle :)

    Dopo Italia.it, un altro webmostro da 37 milioni di euro

  5. G.Buzzanca on

    Finalmente, parliamo anche di InternetCulturale!!!
    Ne scrivo dalla metà del 2005!!!
    E la lista non sarebbe affatto finita.

  6. aghost on

    tra l’altro lo sviluppo del portale italia.it è andato avanti secondo il progetto originario del ex ministro per l’Innovazione e le Tecnologie nel secondo e terzo Governo Berlusconi, Lucio Stanca.
    In quel momento Lucio Stanca ricopriva un ruolo attivo nell’amministrazione di IBM Italia, guarda caso azienda che ha goduto dell’ appaltato all’ Aggregazione Temporanea d’Impresa.

    Strano eh?

  7. mazzetta on

    Tiscover per ora tace

  8. aghost on

    buzzanca, dove ne hai scritto? Metti i link per favore che ci divertiamo :)

  9. aghost on

    tiscover fa bene a tacere, dopo il pasticcio osceno fatto con trentino.to

  10. ermagister on

    perchè non hanno semplicemente integrato in Italia.it la piattaforma di tiscover già funzionante perfettamente da anni? (ci ho prenotato da utente per due anni le vacanze in Austria)
    non conosco i problemi che ha avuto tiscover in Trentino, ma dei 3 partner è sostanzialmente l’unico che ci azzeccava qualcosa con un lavoro del genere

  11. Luca Carlucci on

    Secondo me perchè: 1) sarebbe costato tutto molto meno 2) tutta ‘sta storia del booking online, che scorre sotterranea rispetto alle cronache ufficiali, suona torbida e pochissimo chiara.

    Come se vi fossero legati dietro degli interessi che non abbiamo affatto chiari al momento.

    Vediamo intanto cosa decide di dire IBM – sempre che lo faccia.

  12. Francesco on

    @aghost
    Forse lo sapevi già.
    Fiorello Cortiana ex-senatore dei verdi presentò a fine della scorsa legislatura un’interrogazione parlamentare sui due web-mostri ed in particolare su internetculturale definendola un pastrocchio inutile e costoso.
    Se ne trovano tracce in rete.

  13. aghost on

    ne ho vaga conoscenza, ora cerco meglio, se hai link diretti ti sarei grato se li segnalassi, questa è una questione su cui si deve andare a fondo.

    Sarebbe anche la prima volta che i blogger riescono, finalmente, a metter becco in qualcosa di grosso :)

  14. Francesco on

    @aghost
    Ecco qua. Dal sito di Cortiana.
    http://web.fiorellocortiana.it/html/modules/news/article.php?storyid=246
    Vedi come si presenta …
    http://web.fiorellocortiana.it/
    … pure noi, ma di rabbia però :-)

  15. Dario Salvelli on

    Ottimo post, approfondito e documentato: complimenti ad aghost per l’altro ritrovamento.

  16. mazzetta on

    rimbalzato verso l’A.d.
    eseguo

    o/

  17. Luca Carlucci on

    Mazzetta, cos’è l’A.d.? E cosa esegui?

    Sei criptico anzichennò :)

  18. mazzetta on

    Mi hanno indirizzato all’Amministratore delegato, provo con lui :D

  19. Francesco on

    @mazzetta
    Sì, … i miei migliori auguri ! :-))

  20. astroplan on

    Ottimo articolo!
    Questa storia dei web-mostri è la punta di diamante di una catastrofe nella gestione dell’informatica della P.A.; a causa di questa gestione spensierata, per non dire altro. Sono state buttate preziose risorse che potevano veramente mettere in moto un processo di modernizzazione della P.A.
    Invece, con un clientelismo perverso, in cui non importa della qualità del prodotto fornito, ma solo delle “amicizie interessate” hanno incasinato anche il sistema di reclutamento professionale. Non ho prove certe, ma la deduzione è logica:
    Se, tu committente, non richiedi qualità nel prodotto che ti fornisco. Perché, io fornitore, dovrei cercare le teste più brillanti per produrre, quando posso sotto-pagare e rendere precarie tutte le figure operative del progetto, prendendo a bordo solo chi mi pare e piace. In fondo se il progetto viene tutto storto, ci mettiamo d’accordo, no? Né facciamo un altro a prezzo doppio. Il “cambio” al vertice governativo (altri personaggi da mettere d’accordo sulla torta) e l’assurdo risultato contro i costi preventivati (gestione del progetto inesistente) è stato così clamoroso da farci puntare i riflettori dei blogs. Ma c’è da tremare, chiedendosi, quanti altri progetti, magari nemmeno così “visibili” sulla rete hanno le stesse caratteristiche? Comunque, adesso è il momento di capire fino in fondo questo, tanto scommetto che tante foglie hanno la stessa radice, è agire sul piano del TAM TAM per provocare la “necessaria” caduta degli DEI. Ma, questo è proprio l’unico Paese Europeo dove chi sperpera, senza dignità, rimane al suo posto, anzi forse riceve anche una promozione!!!!

  21. Luca Carlucci on

    “Comunque, adesso è il momento di capire fino in fondo questo, tanto scommetto che tante foglie hanno la stessa radice, è agire sul piano del TAM TAM per provocare la “necessaria” caduta degli DEI. Ma, questo è proprio l’unico Paese Europeo dove chi sperpera, senza dignità, rimane al suo posto, anzi forse riceve anche una promozione!”

    Quoto. Sante parole astroplan. E cercare di contribuire a costruire in uno spazio sociale questa mentalità è uno degli scopi di questo blog.

    Ad essere sincero, temo che la bolla si sgonfierà: il popolo italiano è troppo assuefatto alla nevrosi da tempi televisivi, e fa zapping anche nell’indignazione.

    Il blog continuerà a battere il chiodo finché ciò sarà utile, e poi si esaurirà – o magari si trasformerà, vedremo.

    In ogni modo, già l’aver aggregato persone intorno a dei principi di coscienza civile, e l’aver dimostrato che si possono creare narrazioni collettive e diverse della nostra realtà (come ha scritto mazzetta, mi pare, in altro commento), penso sia un primo positivo risultato.

  22. mazzetta on

    domani a pranzo pubblichiamo un articolo su altrenotizie

  23. Luca Carlucci on

    Buono. Anticipaci qualcosa :) Conterrà novità di rilievo o fa il punto della situazia?

  24. mazzetta on

    + che altro ho allargato alla visione d’insieme, qui ormai usano i portali per far sparire i soldi :D

    domani sarò un po’ impegnato con i cpt, ci aggiorniamo sul tardi o domenica, se vi serve prendete l’art da altrenotizie

  25. Francesco on

    @Luca
    “Il blog continuerà a battere il chiodo finché ciò sarà utile, e poi si esaurirà – o magari si trasformerà, vedremo.”

    Io dico che o IBM e/o Tiscover e/o Falavolti dicono chiaro chiaro cosa è successo oppure si raccolgono firme e si chiede alla Procura della Repubblica di Roma e alla Corte dei Conti di aprire un’inchiesta. Anche solo via WEB. Te lo immagini il sequestro cautelativo del portale che colpo sarebbe ? Questi stanno aspettando che si calmino un po’ le acque per ricominciare tranquilli come prima.
    Ma l’avete sentito Paolucci ? Io dico che Innovazione Italia punta a dilazionare perchè la rogna passi ad ENIT e poi che se la sbrighino loro.
    E noi si paga comunque una cifra esorbitante (anche se non 45 mln €) perchè alla fine transeranno sicuro, quando invece l’appalto dovrebbe essere annullato visti i pre-requisiti.
    Non parliamo poi di cosa succederà con i progetti “regionali”. Se vi leggete qualche aricolo su ifatti.com (Campania), ad. es., vi rendete conto di come ‘sta gente dilapida soldi. E’ l’e-government la nuova frontiera del magna-magna. Vale 3 miliardi di euro. Date un occhio + dettagliato al PICO.

  26. mazzetta on

    si potrebbe trnquillmente fare un esposto invocando il grave nocumento nazionale :D

    tipo: chiudete d’utorità questa “vetrina dell’Italia” che può fare solo danni

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  31. frap1964 on

    “Quindi Sviluppo Italia acquisisce il 30% di ITS: in altre parole significa che trasferisce una bella quantità di denaro dalle nostre tasche alle tasche di ITS. Quanto? Non lo sappiamo. Nell’articolo si parla di investimenti per 6 milioni di euro, ma non è chiaro a cosa si riferiscano. Si dice anche che dopo cinque anni Sviluppo Italia è tenuta a uscire dal gruppo: riavremo indietro i nostri soldi colà investiti? Non si sa: attendiamo chiarimenti in proposito.”

    Da questa news del sito di Sviluppo Italia, datata 23/05/2005 si apprende che

    “La sesta iniziativa è proposta dalla I.T.S.,attiva nel settore della produzione di software ed erogazione di servizi informatici, per ampliare le sue due sedi operative (Torre Annunziata e Caserta). Il progetto prevede investimenti per ca. 12 milioni di euro e una ricaduta occupazionale di 130 addetti.”

    Appena un mese e mezzo dopo I.T.S. si aggiudica anche la gara per italia.it in RTI con IBM e Tiscover. Sul sito di ITS si legge che fatturato e dipendenti sono cresciuti, negli ultimi anni, a ritmo esponenziale. Dichiarano di avere oggi oltre 500 dipendenti. Tutto questo in una zona del paese che, in teoria, dovrebbe essere depressa. Mah… in ogni caso i fondi di Sviluppo Italia, che dovrebbe uscire nel 2007 da tutte le società partecipate, tranne tre, secondo quanto dichiarato a Report dall’attuale vice-ministro dello sviluppo economico Sergio D’Antoni, sono certamente soldi a fondo perduto. Per la gioia nostra e del sig. Pietro Altieri.

  32. […] e Nicolais e la risposta del governo. Peccato invece non si sia andati più a fondo sui conflitti d’interesse Stanca-Falavolti-IBM e Nicolais-ITS, ma si sa che in questi casi la querela è sempre in agguato. Ne sa qualcosa Milena […]

  33. […] il portale su incarico della statale Sviluppo Italia, sto parlando di IBM, ITS e TISCOVER (fonte), aveva preventivato infatti nella primavera del 2005 ben euro 7.850.000 più iva, come documenta […]

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  35. digitalsoup » Chiude italia.it on

    […] interessante post di “scandaloitaliano” sull’intera vicenda ( tra l’altro QUI si accenna brevemente anche alla questione del “nostro” trentino.to…). WPvideo […]

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