Archive for the ‘sul logo Italia’ Category

L’uomo che provò a scongiurare il cetriolo

Franco De Vecchis, di cui abbiamo già parlato in “Il Marcio Italia“, è il progettista grafico che nel 1987 vinse il concorso pubblico per il marchio dell’ente nazionale per il turismo (ENIT): in sostanza un logo turistico nazionale mai davvero spinto e promosso da quel polveroso carrozzone che era (è?) l’ENIT, e ora definitivamente soppiantato dal famigerato cetriolo elaborato da Landor.
De Vecchis ha scritto una bella mail a scandaloitaliano, a cui ha allegato un paio di documenti alquanto interessanti, risalenti all’autunno scorso: essi dimostrano infatti che per gli addetti ai lavori e per i lungimiranti il cetriolo era già in certa misura insito nei modi e nello spirito con cui è stato attivato il bando di concorso per il nuovo logo dell’italia. (A proposito: sul sito Enit il cetriolo latita mente il logo di De Vecchis permane. Forse non siamo i soli a non apprezzare il nuovo marchio italiano elaborato dalla multinazionale Landor?)

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Marchio Italia: colpo di scena

Un insider della Landor ha rivelato a un amico di un cugino della sorella del genero di un ex compagno d’asilo dello scrivente, che la fonte d’ispirazione per la T del Marchio Italia è da individuarsi in un ciclo epico entrato ormai di diritto nel patrimonio culturale tradizionale italiano: i Pokémon.

metapod

Metapod
La corazza di questo Pokémon è dura come una lastra di ferro. Metapod non si muove molto. Sta immobile per preparare il morbido interno della dura corazza all’evoluzione.

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Il Marcio Italia

In questo post vorremmo riassumere ed evidenziare alcuni aspetti fin’ora trascurati, quanto meno in questo blog, nella vicenda che ha portato alla scelta dell’attuale Marchio Italia – quello a forma di osso scapolare verde, o di cetriolo bitorzoluto, che dir si voglia.

Lo vorremmo fare per capire com’è possibile che, avendo a disposizione un signor budget (centomila euro) e una nazione di 60 milioni di abitanti nota per la sua creatività (moda, design e quant’altro), e che per di più a queste cose ci tiene, si sia scelta una creazione grafica di una bruttezza e di una goffaggine disarmanti.

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Rutelli riceve 3250 No al Marchio Italia

scandaloitaliano ha sostenuto e “fatta sua” la petizione dell’AIAP (associazione italiana progettazione della comunicazione visiva) contro il bitorzoluto cetriologo fin dal primo istante, come testimonia il banner qui a destra sulla sidebar.

E dunque facciamo nostro e rilanciamo anche l’aggiornamento sullo stato della questione scritto ieri da Gianni su SocialDesignZine, e-zine dell’Aiap.

Le firme contano

Cari firmatari della Lettera aperta / Petizione che chiede di ripensare la scelta del marchio “it”, sarete felici di sapere che il documento con allegate le oltre 3250 firme fin qui raccolte, è stato consegnato al ministro Francesco Rutelli e al presidente della Commissione Cultura Pietro Folena.
E che, dopo l’incontro di ieri alla Camera dei Deputati di una delegazione dell’Aiap con l’onorevole Giuseppe Giulietti, ci sono già alcuni risultati significativi.
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Il logo che va, e quello che viene

Il logo che va

Come riportato nei commenti in questo blog si segnala che logoitalia ha trovato un altro logo all’interno del portale italia.it.

Cambiando infatti a mano l’indirizzo http://www.italia.it/wps/portal/it in http://www.italia.it/wps/portal/fr si accede alla versione in francese del portale, ancora in piena costruzione, dove il “cetriolone” è sostituito da un altro logo, persino peggiore del primo, probabilmente una seconda scelta o un lavoro provvisorio.

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Marchio Italia: un payoff che ha lasciato il segno. 28 volte

L'italia lascia il segno

Nel segno dell’ignoranza.

Vogliamo parlare del payoff? L’italia lascia il segno.

La banalità è sconcertante. Nella comunicazione moderna i giochi di parole e le frasi fatte sono state abbandonate da tempo a favore di locuzioni vere, in grado di raccontare qualcosa di sostanziale sul prodotto (anche di un prodotto sotto molti aspetti “immateriale e diffuso” come, in questo caso, l’Italia).

Ma proviamo a sorvolare su questo aspetto. Facciamo finta che “L’Italia lascia il segno” voglia dire qualcosa. Facciamo finta che ci piaccia.

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AIAP inizia a ballare: lettera al Presidente del consiglio

Aggiornamenti quasi in tempo reale dal fronte dell’AIAP, riprendendo il nostro primo post in merito, l’Assocazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva ha pubblicato una lettera aperta al Presidente del Consiglio per sottolineare il malcontento diffuso degli addetti ai lavori, per chi volesse firmare: http://sdz.aiap.it/notizie/7311

Fenomenologia del logo comune

Il logo di Italia.it, progettato dalla Landor, è costato ben 100.000 euro – o forse 80.000, ancora non si sa.

I requisiti per partecipare al concorso erano assolutamente folli e tagliavano fuori praticamente tutto il fandom dei creativi italiani che, sfortunatamente, possono essere bravi ma sicuramente squattrinati.
Ma avere un fatturato di 1.000.000 di euro negli ultimi tre anni determina per forza un risultato degno di nota?

Mi sono messa a riflettere e ho rispolverato le linee guida che a suo tempo avevo imparato. Per fare un logo non esistono standard come per fare un sito web ma, di sicuro, ci sono dei punti che sarebbe bene aver presenti prima di partire con la progettazione. Poi tutto è affidato alla creatività e all’estro del progettista.

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Il Logo di Italia.it – il bando

Ottobre, 2006

Socialdesignzine segnala la pubblicazione del bando di concorso per il nuovo “marchio Italia”. Il logo dovrá pubblicizzare l’Italia all’estero e ravvivare il turismo nel nostro paese.

Questo bando ha almeno due punti che non possono passare inosservati:

  • il premio per 100.000€ al vincitore per un logo
  • la partecipazione riservata alle aziende con un fatturato complessivo degli ultimi tre anni non inferiore al milione di euro

Si tratta di Soldi dello stato, nostri dunque, investiti da qualcuno per avere in cambio un logo. un logo?

100.000€ sono una cifra mai vista prima per un logo, spropositata oltre ogni misura, e finiranno dalle nostre alle tasche di un’agenzia che fattura miliardi. Perché si sa, la qualitá di un prodotto si misura dal fatturato della sua azienda…

Un filtro passa ricchi, un modo palese e senza mezze misure per escludere dal bando il 99% dei creativi e garantire il premio ai prescelti. Dopotutto chi ce lo fa fare nell’investire nella qualitá? magari nei giovani?

..ma no, in italia siamo furbi. Ho 200milioni del vecchio conio qui da una parte, non sono miei e quasi quasi li do volentieri a un’azienda miliardaria se mi fa un loghetto.

Tutto ció é sfacciatamente anomalo. Qualcosa non va, per l’ennesima volta, in Italia. Popolo di furbi che si frega a vicenda.

Logo: l’Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva sul piede di guerra

L’A.I.A.P. (Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva), già promotrice di una richiesta di chiarimento all’Ufficio Trasparenza del Governo al momento del lancio del concorso per il Marchio Italia, alla vista dell’osso scapolare verde costato dagli 80.000 ai 100.000 €, sta studiando nuove inziative di protesta per quello che definisce un “risultato inqualificabile”.
Il marchio Italia per l'A.I.A.P.

Nel frattempo, in un articolo apparso oggi sul sito dell’associazione, Mario Piazza parla di “ridicolo”:

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Logo: Italia unida?

Quelli dell’Associazione dei consumatori Aduc fanno notare una, letteralmente, sinistra somiglianza tra il logo di italia.it con osso scapolare verde (costato l’inezia di 80.000/100.000 euro, e partorito dai geni creativi della Landor Italia, la multinazionale del branding col sito più brutto del mondo) e il simbolo del partito di estrema sinistra spagnolo Izquierda Unida:

I due loghi a confronto

Una semplice coincidenza, certo. Che però molto ci dice sul perché Izquierda Unida non vada oltre il 3,15% dei consensi.