Italia.it (e Scandaloitaliano) sul Wall Street Journal

La grottesca vicenda del portale nazionale del turismo italiano approda nientepopodimeno che sulle colonne di uno dei più prestigiosi quotidiani al mondo, il Wall Street Journal. Di seguito riportiamo link e testo integrale dell’articolo a firma di Davide Berretta (bio non aggiornata), che tra le sue fonti menziona anche Scandaloitaliano. Il nostro contributo al lavoro del giornalista, attraverso vari colloqui telefonici e un carteggio email, è stato: ricostruzione “storica” delle vicende del portale, fornitura della documentazione ufficiale (da cui questo), e la “messa in contatto” del giornalista con alcuni degli intervistati.

Italy’s Tourism Hits Defining Moment

New Launch Is Planned For Troubled Web Site As Visitor Rank Falls
By DAVIDE BERRETTA
August 26, 2008

Branding Italy may be harder than you think.

This fall, the Italian government will revive plans to create a Web portal aimed at attracting tourists to the nation. Though plenty of visitors flock to Italy’s cities, beaches and countryside all year round, over the past three decades the country has lost its primacy as a tourist destination to France, Spain, the U.S. and — more recently — China.

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Materiali: atti ufficiali di finanziamento del progetto “Scegli Italia”/Italia.it

Post di servizio che raccoglie in un unico luogo i link alle leggi e ai decreti di finanziamento del progetto italia.it – post pensato per comodità nostra e di quanti ci contattano in cerca di informazioni.

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Italia.it, il punto nero della situazione

Benritrovati. C’eravamo lasciati qui, al gennaio scorso.

Ovvero quando, dopo quasi un anno di patetici tentativi di negare l’evidenza e i milioni spesi, il portale nazionale del turismo è stato messo off line per conclamata e non più negabile inadeguatezza.

Il governo Prodi era ancora in carica seppur caduto, ci si preparava alle imminenti elezioni, e nel caos del si salvi chi può v’erano sul tavolo due questioni  cruciali per il futuro del portale: l’assegnazione definitiva alle Regioni dei famigerati 21 milioni loro destinati dal progetto originario (nei fatti fallito) per produrre i contenuti, e il passaggio gestionale del progetto dai ministeri a ENIT, la perennemente riformanda Agenzia Nazionale del Turismo in cerca di uno scopo nella vita – agenzia all’epoca diretta da mr. Microsoft Umberto Paolucci, uomo di una provvidenza turistico-tecnologica che non è mai arrivata.

Così, in quei giorni, da un lato Enrico Paolini, assessore al turismo della Regione Abruzzo, nonché coordinatore di tutti gli assessori al turismo regionali, nonché vicepresidente di ENIT, martellava come un pazzo il ministro Luigi Nicolais affinché firmasse prima delle elezioni le carte per trasferire i 21 milioni alle regioni, e dava la cosa ormai per fatta.

Dall’altro i vari attori istituzionali – Nicolais, il vicepresidente del Consiglio con delega al turismo Francesco Rutelli, il capodipartimento del DIT ingegner Ciro Esposito, lo stesso Paolini – continuavano a ribadire come un mantra apotropaico che “il portale sarebbe passato a ENIT, ENIT sta per gestire il portale, ecco, adesso passiamo il portale a ENIT” – si noti che al tempo stesso, abbastanza spassosamente, il presidente di ENIT Paolucci sulla questione non si schiodava da un cauto possibilismo dalle nuances decisamente funeree.

E da allora ad oggi cos’è successo?

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Italia.it: Altroconsumo, Campania e il nuovo che percola

Nei giorni scorsi s’è infranta sui bagnasciuga del web un’ennesima piccola onda di attenzione per italia.it, provocata da questa intervista di Altroconsumo al vicepresidente di Enit Enrico Paolini, in cui si ribadisce che italia.it va avanti, i 21 milioni di euro vanno alle regioni, e ne rimangono circa tra i 7 e i 9 da spendere che verranno gestiti da ENIT e non più dal DIT (Dipartimento per l’Innovazione etc, facente capo al Ministro Luigi Nicolais).

Ora, ci fa senza dubbio immenso piacere che una delle decine di associazioni di consumatori che abbiamo vanamente allertato nel corso dell’ultimo anno, ora che la chiusura del portale ha fatto accendere i fari dei media mainstream, abbia infine deciso di interessarsene in modo approfondito e battagliero, permettendo a chi sta attualmente gestendo il progetto di dire le sue ragioni nel corso di un’intervista bonariamente accigliata (eh, cattivoni, mica farete qualche altra marachella?) e per il resto genericissima.

A parte questo, noi qui a leggere quell’intervista, non solo non ci siam per niente eccitati, ma anzi siamo stati colti da sonnolenza, visto che il 21 gennaio scorso, mentre tutti liquidavano italia.it come dipartito, da queste parti si scriveva che non era dipartito un bel nulla, e che il progetto non solo andava avanti ma che forse il peggio era ancora di là da venire. E dei 21 alle regioni, dei 9 che rimangono e di Enit gestore s’era già detto il 31 gennaio e ribadito il 1 febbraio.

Ovviamente, grazie alle chirurgiche domande di Altroconsumo, rimangono inevase tutte le questioni principali, ovvero:

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Italia.it ritorna uguale solo un po’ più magro: pesa 15-17 milioni in meno

[Per una migliore comprensione, se già non l’avete fatto, leggete prima Italia.it, e il peggio sta effettivamente arrivando]

SherpaTV, la web tv al servizio delle istituzioni fondata da Claudio Velardi (l’ex spin doctor di D’Alema), ha messo online oggi una lunga videointervista a Enrico Paolini sulla situazione di italia.it.

In essa, come potete sentire, il vicepresidente di ENIT dice e ribadisce a chiare lettere che ha parlato con Nicolais e i suoi collaboratori, che si son messi “informalmente” d’accordo, che Nicolais entro un mese erogherà 21 milioni di euro alle regioni per fare i contenuti del portale, e che tolti quelli i soldi “residui” per italia.it sono dai 7 ai 9 milioni di euro.

Prendendo in considerazione solo lo stanziamento dei 45 milioni di euro, ciò significa che, tolti i 21 per le regioni, tolti i 7-9 ancora disponibili, la cifra non più residua (spesa? scomparsa? persa? disintegrata dagli alieni?) ammonta a 15-17 milioni di euro.

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Italia.it, e il peggio sta effettivamente arrivando

Come un grottesco zombi, nonostante sia stato decretato clinicamente morto, il vecchio progetto del portale nazionale del turismo continua a vivere di vita propria: e così le Regioni pretendono comunque i 21 milioni di euro previsti dal progetto fallito per fare i contenuti . E il quasi ex ministro Nicolais glieli dà. E i conti della spesa non tornano per nulla: non è che i milioni spesi sono 15 anziché 7?

Quando l’assessore al turismo della Regione Liguria (regione ribatezzata recentemente Liguria Airlines) Margherita Bozzano ha dichiarato, a cadavere di portale ancora fumante, “noi i 21 milioni di euro li vogliamo”, già s’era capito dove s’andava a parare. Ma la speranza era che si trattasse di una sconsiderata sparata individuale, cui nessun governante di buon senso avrebbe dato seguito.

Il vecchio progetto prevedeva 21 milioni da dare alle Regioni affinché li spendessero per fare i contenuti del portale medesimo. Le Regioni hanno inizialmente avversato il progetto, portandone avanti uno demenzialmente concorrente, poi ci hanno messo anni a mettersi d’accordo su come spartirsi i soldi. E in quasi tre anni, non hanno prodotto un bit di contenuti. Il vecchio progetto è stato giudicato talmente pessimo da essere decretato irrecuperabile, e messo off line (la sentenza più definitiva possibile per un prodotto web). Il progetto deve essere radicalmente ripensato, se non rifondato da zero: ma nessuno ha ancora idea di che cosa fare esattamente. E il governo non c’è più.

Ecco, dato questo quadro, che un ministro che non c’è più di un governo che non c’è più distribuisse comunque i 21 milioni di euro alle Regioni seguendo i dettami di un progetto che non c’è più, che senso avrebbe avuto se non quello dell’ennesimo atto amministrativamente masochistico e progettualmente suicida? O, in alternativa, del “l’unica cosa che conta sono i movimenti dei milioni (e le imminenti elezioni) ma del progetto in sé non fotte un cazzo a nessuno”?

E invece. Anzi: e infatti.

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Italia.it: ecco perché il peggio deve ancora venire

*Probe End: 2008-01-18 08:36:08 GMT
Message: Can’t connect to www.italia.it:80 (connect: timeout)
Return Code: 500
*Probe End: 2008-01-18 08:41:09 GMT
Message: Can’t connect to www.italia.it:80 (connect: timeout)
Return Code: 500
*Probe End: 2008-01-18 08:30:35 GMT
Message: Can’t connect to www.italia.it:80 (connect: timeout)
Return Code: 500

Questi che leggete sono gli ultimi segnali di (non) vita di italia.it, registrati dal monitoraggio sulla raggiungibilità del sito di cui già parlammo a suo tempo (grazie Bruno!).

Allora: verso le 8:30 del mattino di venerdì 18 gennaio 2008, senza alcun preavviso percepibile, al sito nazionale del turismo è stata staccata improvvisamente la spina.

La prima ad accorgersene, nel pomeriggio del 18, è la giornalista Anna Masera de La Stampa, probabilmente allertata dal caporedattore di italia.it Luca Palamara (qui avrei voluto mettere un link, ma l’ex caporedattore del sito nazionale del turismo, al pari di molti altri attori di questa stralunata webvicenda, pare avere un’abilità particolare nel non fare indicizzare da google gli epifenomeni del proprio agire professionale e/o esistenziale) con cui era in corrispondenza dal giorno prima. La notizia, ripresa anche da Federico Cella su un frequentato blog di corriere.it, fa ovviamente il giro del web e della blogosfera, innescando un putiferio di reazioni. Ciononostante, dalle istituzioni nessuno si prende la briga di comunicare al popolo rumoreggiante alcunché.

Fino al 19, infatti, per quel che se ne sapeva, poteva essere benissimo che un dipendente IBM avesse versato un milkshake dentro ai server che ospitavano il portale. Poi, il 19 gennaio alle 13.37, l’Agr batte un’agenzia in cui fa capolino una nostra vecchia conoscenza: l’ineffabile ingegnere Ciro Esposito, colui che firmò i dinieghi alle richieste di accesso ai documenti di italia.it avanzate in primis da questo blog. L’agenzia, immancabilmente imprecisa (a sentire essa, infatti, la decisione di staccare la spina sarebbe stata presa da Nicolais il 18 sera, laddove il portale era già offline dalle 8 del mattino), contiene un virgolettato di Esposito in cui si conferma, seppur implicitamente, che di chiusura ufficiale si tratta. Ma attenzione, con un’importante quanto sibillina precisazione:

Ora siamo pronti per ricominciare in maniera diversa

Se sentite l’improvviso impulso a staccar la mano dal mouse per impegnarla in un certo gesto scaramantico, solidarizzo. Se vi chiedete come sia possibile che uno dei responsabili di una tale disfatta, a cadavere portalesco ancora fumante, si dica baldanzosamente pronto a ricominciare, probabilmente non siete italiani. Se invece siete italiani, forse cominciate a capire in che senso il peggio deve ancora venire.

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Italia.it: gli stupefatti pareri dell’Avvocatura Generale dello Stato

di Lorenzo Spallino – www.webimpossibile.net

Il 16 luglio 2007 la Commissione d’Indagine sul Portale Italia.it ha concluso i lavori. Il 22 settembre 2007 l’Avvocatura Generale dello Stato ha a sua volta espresso il proprio parere sui profili giuridici della vicenda.

SCARICA PDF: Parere Avvocatura Generale dello Stato Settembre 2007

Questo post si propone di rendere comprensibile anche ai non addetti ai lavori il pensiero dell’Avvocatura Generale e il quadro generale dei procedimenti avviati al fine di accertare le responsabilità nella vicenda e quantificare, se esistente, la misura del danno erariale, oltre che i possibili sviluppi.

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Italia.it: sul web il rapporto della Commissione di indagine sul portale!

Da qualche minuto, grazie al blog della giornalista Flavia Amabile di LaStampa.it e al blog The Million Portal Bay, è disponibile online il testo completo in pdf del rapporto della Commissione di indagine su italia.it istituita dal ministro Nicolais la primavera scorsa per rispondere alle polemiche infurianti sul web.

SCARICA IL RAPPORTO DELLA COMMISSIONE DI INDAGINE SU ITALIA.IT [.pdf]

Come leggerete, il rapporto contiene elementi di assoluto interesse e, per certi versi, clamorosi riguardo alla storia produttiva del portale, con tutti gli incredibili pasticci e omissioni annessi e connessi: tanto è vero che, sulla scorta di questo rapporto, il Ministro Rutelli ha chiesto la chiusura di Italia.it, e ha inoltrato il rapporto stesso alla Corte dei Conti affinché si accertino danni e responsabilità.

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“Stanca contro Rutelli”, il film di italia.it (ma erano meglio Franco e Ciccio)

di Luca Carlucci

Dopo Godzilla contro Gamera, dopo Gianni e Pinotto contro l’uomo invisibile, dopo Sansone contro il Corsaro Nero, il filone degli scontri lisergico-surreali da cinema di serie B s’arricchisce di un nuovo improbabile episodio. E non si può dire che sia tra i più riusciti, proprio no. Dialoghi ipertrofici e pochissima azione. Un mix letale tra il Bergman di Sussurri e grida e i Franco e Ciccio di I due magnifici fresconi. Siete avvertiti.

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Il muro degli impuniti. Documenti di italia.it, il Governo dice NO anche ai consumatori

Ricordate? Scandaloitaliano ha promosso un appello, firmato da 1500 cittadini, per chiedere l’accesso agli atti di realizzazione del portale nazionale del turismo italia.it. Un manufatto statale di qualità pessima costato milioni di euro appartenenenti alla comunità.

Il Governo ha risposto “No”, perché “il generico interesse al buon andamento della Pubblica Amministrazione non è giuridicamente tutelato”, e scandaloitaliano, raggruppamento generico di cittadini, non è un ente portatore di interessi specifici.

Allora Generazione Attiva, associazione per la difesa dei diritti dei consumatori fondata da Andrea D’Ambra, fatto suo l’appello di scandaloitaliano, ha inviato analoga richiesta di accesso agli atti di italia.it: questa volta non a nome di un gruppo non ben specificato di cittadini, ma a nome di un’associazione di consumatori, portatrice di interessi ben definiti.

E la risposta è arrivata:

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Italia.it: tre fischi e si chiude. Fine.

di Francesco Aprilemillionportalbay.wordpress.com

Siamo al triplice fischio finale: FINE.
Signori, si chiude. Cala il sipario.

Lo ha detto chiaro e tondo due giorni fa il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro per i Beni e le Attività Culturali Francesco Rutelli in sede di audizione alla X Commissione Attività Produttive della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’attuazione della legge 29 marzo 2001, n. 135, concernente la riforma della legislazione nazionale sul turismo.

E’ la stessa indagine che il 19 settembre aveva portato in audizione Guido Venturini del TCI e Ciro Esposito, capodipartimento del DIT. L’audizione anche allora era stata trascritta, nella parte di interesse, su questo blog [The Million Portal Bay – ndr]. Rutelli aveva già parlato presso la X Commissione e sul medesimo tema all’incirca un anno fa.

La notizia dell’ “ufficiale de profundis” è stata pubblicata da Andrea G. Lovelock su Italia Oggi: il pezzo è leggibile qui, direttamente nella rassegna stampa della Corte dei Conti.

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A latere: scandaloitaliano e le boiate di LA STAMPA.it

Questo non è un post importante, ma è solo un veloce atto dovuto per rendere giustizia al lavoro della quarantina di persone che hanno contribuito a dotare di forma e contenuti scandaloitaliano.

“Benvenuti a Pesaro, la città di Fellini”. Un incredibile catalogo di strafalcioni è un articolo apparso oggi su LaStampa.it, firmato da tale Gianluca Nicoletti. Si tratta di una specie di intervista a Gianfranco Fisanotti, presidente di Unionturismo. Egli viene presentato così:

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Accesso vietato ai documenti di Italia.it: una sconfitta per la legge Stanca?

di Lorenzo Spallino – www.webimpossibile.net

L’appello di Scandaloitaliano affinché fossero resi pubblici i documenti di gara relativi alla realizzazione del portale Italia.it è stato respinto dalla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. La motivazione addotta dalla Commissione pone una seria ipoteca sulla possibilità di una analisi obiettiva del livello di attuazione della legge sulla accessibilità informatica, nella misura in cui impedisce verificare il rispetto dell’articolo 4, che sanziona con la nullità i contratti che non prevedano il rispetto dei ventidue requisiti tecnici.

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Il sonno della Regione genera webmostri (ma non contenuti web)

[UPDATE 4 settembre 2007: in seguito a nuovi ritrovamenti documentali, il post è stato approfondito e riscritto in alcune sue parti]

Dove si illustrano brevemente origini e dinamiche dell’imperante caos istituzionale in materia di turismo, ovverosia dei conflitti fra Stato e Regioni sulla materia.

Dove si racconta la grottesca e quadriennale vicenda del fantomatico “Portale Interregionale Telematico di Promozione Turistica” (15 milioni di euro, nemmeno un bit online) e dei suoi perversi rapporti coll’orrido cugino .it (il portale nazionale del turismo italia.it, 58 milioni di euro).

Dove si narra di un probabile quanto repulsivo caso di cannibalismo web.

Dove, in appendice, ci si elettrizza con un reading poetico dadaista di stampo isituzional-turistico (costo della performance: circa 150 milioni di euro, regia: Claudio Scajola, ex-ministro delle Attività Produttive, col supporto delle Regioni italiane).

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Un po’ di luce sui conti di italia.it

Ove si risveglia questo blog per narrare di alcune precise domande rivolte via e-mail a Lelio Alfonso, responsabile della comunicazione istituzionale del Governo, a proposito della situazione contabile di italia.it, e si espongono le risposte da lui ricevute.
Ove si apprende, tra le altre cose, che tra le cifre stanziate ci sono altri due milioni di euro che non conoscevamo, per un totale finale di circa 58 milioni, e che di questi, ancora da impegnare, ne rimangono circa 22.
Ove il quadro finale dei conti confermato dal Governo è questo:

STANZIAMENTI GLOBALI PER ITALIA.IT
– 45 milioni (dal “Fondo di finanziamento per progetti strategici nel settore informatico”. allocazione: 20 per realizzazione+promozione; 21 alle regioni per contenuti; 4 per contenuti “redazione nazionale”)
– 2,1 milioni (contributo dalle regioni del 10% su 21 milioni a loro destinati)
– 9 milioni (da fondi Ministero Ambiente – vedi Legge 14 maggio 2005, n.80, art.12, commi 8-11)
– 2 milioni per promozione del portale (da D.P.C.M. 22.07.2005)
totale: 58,1 milioni di euro

SOMME IMPEGNATE AD OGGI
(cioè destinate irrevocabilmente a una specifica voce di spesa)

– 9.6 milioni (appalto a RTI IBM/ITS/Tiscover per realizzazione piattaforma tecnologica, IVA compresa)
– 1,237 milioni per spese appalto, studio di fattibilità e altre incombenze preliminari
– 21 milioni alle regioni per contenuti (attualmente in fase di assegnazione)
– 2,1 milioni dalle regioni per contenuti (idem)
– 2 milioni per promozione del portale
totale: 35.9 milioni di euro

FONDI DISPONIBILI NON ANCORA IMPEGNATI
totale: 22,2 milioni di euro (di cui 11, nella disponibilità del DIT, destinati al miglioramento di piattaforma e funzionalità dell’attuale portale, e 9 nella disponibilità del ministero dell’Ambiente).

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italia.it? Non sono affari vostri (o: e la commissione disse no…)

UPDATE 23/07/2007 – IL RICORSO CONTRO IL “NO” DEL DIT
Dunque, 1500 cittadini chiedono, in sede politica, l’accesso agli atti di italia.it. La politica recepisce la richiesta in chiave strettamente amministrativa e, invocando la legislazione vigente, risponde picche.
Allora, sulla base della legislazione vigente, Francesco Aprile, uno dei curatori dell’iniziativa “lettera a Prodi – Italia.it tutto chiaro!”, a nome e per conto di scandaloitaliano ricorre contro la decisione del DIT appellandosi alla Commissione per l’accesso agli atti della Pubblica Amministrazione – la stessa Commissione che il DIT dice di avere consultato, senza fornirci però alcuna evidenza documentale della pronunciazione della commissione.
Dal blog The Million Portal Bay, ecco il pugnace testo del ricorso, ed un invito a riusarlo e personalizzarlo per sommergere la suddetta commissione di ricorsi: basta una mail a commissione.accesso@governo.it

E dunque, dopo la lettera al Governo promossa da questo blog, firmata da 1500 persone, per chiedere di vedere la documentazione relativa al portale italia.it, e dopo una prima risposta governativa che, sotto il mortifero eloquio burocratese, trasudava una sensuale voglia di “no”, solo mitigata da un certo timore ad esporsi in prima persona, con conseguente uso a mo’ di paravento dell’ennesima commissione-qualcosa (sarebbe da farci un censimento delle commissioni-qualcosa che infestano la macchina pubblica: secondo noi sono migliaia, e la lista un capolavoro di comicità burocratica) – insomma, dopo tutto ciò, ecco che la commissione si esprime, e arriva la risposta definitiva.

[Risposta definitiva della Presidenza del Consiglio: SCARICA .PDF]

Ovverosia:

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Italia.it: storia di uno scandalo italiano

Ad uso dei viandanti del web che incappano per la prima volta in questo blog ibernato, le 5 puntate della “Storia di uno scandalo italiano” raccolte in un unico post. Per recuperare i post originali, e leggere anche tutti gli altri che hanno ricostruito le vicende del portale nazionale del turismo, è sufficiente cliccare sul tag “storia del portale” presente nella barra laterale qui a destra. Buona lettura.

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Il gioco si fa duro: indagine su italia.it

indagine su italia.it

Corte dei Conti, Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Commissione Europea, Procura Generale della Repubblica di Roma.

Questi autorevoli destinatari riceveranno presto per raccomandata una lettera in cui si chiede l’apertura di “un’indagine conoscitiva seria, definitiva e chiarificatrice sulla vicenda e sull’appalto europeo del portale nazionale del turismo italiano http://www.italia.it“.

La lettera è promossa dal blog The Million Portal Bay, ed è aperta alla libera sottoscrizione di tutti i cittadini. Se pensate che l’essere informati sul modo in cui la Pubblica Amministrazione spende il denaro che date alla comunità col vostro lavoro quotidiano non sia un optional ma un vostro sacrosantissimo diritto, andate e firmate!

Ecco tutti i link:
presentazione della lettera
policy, disclaimer e istruzioni
LEGGI E FIRMA LA PETIZIONE (servizio petitiononline)

Insomma, quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a firmare.

Lettera a Prodi, la Presidenza del Consiglio risponde: il controllo del buon andamento della Pubblica Amministrazione non riguarda i cittadini

Dopo la lettera a Prodi, Rutelli e Nicolais firmata da 1500 cittadini, buona parte dei quali professionisti di web e multimedia, lettera in cui si richiedeva come atto di trasparenza e di buona volontà la messa a disposizione della documentazione relativa alla realizzazione del portale italia.it, ecco, al fine, un cenno di vita dalla Presidenza del Consiglio.

Oggi 22 maggio 2007, dall’indirizzo email postacertificata.dit@palazzochigi.it abbiamo ricevuto come allegato PDF la seguente risposta:

RISPOSTA alla LETTERA A PRODI – SCARICA PDF

Essa si compone di due documenti.

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italia.it: la parola alle associazioni dei consumatori

[UPDATE 4 GIUGNO 2007Generazione Attiva, facendo propria la lettera a Prodi promossa da scandaloitaliano, ha avanzato formale richiesta di poter accedere ai documenti di italia.it. Maggiori informazioni in coda al post]

In attesa che la Commissione governativa di accesso ai documenti amministrativi esprima il suo parere scontato, che la fantomatica commissione di indagine voluta dal ministro Nicolais emerga dal silenzio assoluto in cui è sprofondata, che il Presidente del Consiglio Prodi risponda a quanto gli ho scritto direttamente dal nuovo sito del governo, ho deciso di scrivere alle principali associazioni dei consumatori italiane.

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italia.it: lettera a Prodi, io ho scritto ancora. Fatelo anche voi!

Dopo la lettera di risposta del DIT leggibile nel post qui sopra, ho deciso di scrivere nuovamente a Prodi.
Proprio ieri è stato inaugurato il nuovo portale del governo con comunicato che fra le tante cose recitava:

Il portale si presenta con una grafica rinnovata e molti servizi interattivi in più, inclusa la possibilità di scrivere al Presidente e agli uffici del Governo. Si tratta di una doverosa scelta di trasparenza, nel quadro di un sempre maggiore rapporto diretto con i cittadini.

Questo il testo della mia e-mail:

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Germogli: the Million Portal Bay

Mentre scandaloitaliano perdura indefinito nel suo stato di ibernazione, ecco un nuovo inizio:

The Million Portal bay è un blog collaborativo promosso da alcuni dei contributori di scandaloitaliano e si candida a proseguire, con obiettivi in parte diversi, ma con analogo stile, la strada sin qui tracciata da scandaloitaliano.
Lo scandalo Italia.it continua (e non da solo): l’indignazione e l’attenzione proseguano alte ovunque.

The Million Portal bay

Italia.it: è tutto chiaro.

Vi ricordate ?
Il 21 marzo scorso scandaloitaliano aveva pubblicato questa lettera aperta a Prodi, Rutelli & Nicolais ed il 2 aprile aveva inviato in raccomandata e per e-mail questa lettera di notifica con il testo della lettera aperta in allegato.
Con oggi le sottoscrizioni alla nostra lettera aperta e l’attesa si chiudono.
Grazie a tutti.
Esito ?

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Scandaloitaliano: fine di un inizio

5.
Scandaloitaliano entra in ibernazione.
Sarà un fragoroso silenzio in attesa della risposta alla lettera inviata a Prodi, Rutelli e Nicolais. Se non l’avete firmata, essa rimarrà aperta alla sottoscrizione fino al 2 maggio 2007. Se l’avete firmata, vi ricordiamo che la lettera è anche vostra: usatela, spingetela, mandatela a media e destinatari.

4.
Quando, entro una trentina di giorni, arriverà la risposta, scandaloitaliano uscirà dall’ibernazione e la pubblicizzerà subito sul blog, qualunque essa sia: il silenzio sprezzante di chi guarda ai cittadini dall’alto del potere come a una massa insignificante e priva di diritti, oppure una vera risposta, nel qual caso tutti i materiali allegati saranno immediatamente resi disponibili in rete.

E a questo punto la palla passerà alla comunità: a noi, ai nostri siti, ai nostri blog, alla nostra passione civile, alla nostra intelligenza e competenza, a nuovi progetti, a nuove iniziative, e a tutte le eventuali azioni che la lettura (o la non lettura) di quei materiali renderà necessario intraprendere.

3.
Al di là di questo ultimo, fondamentale step, la missione progettuale del blog:

Questo blog, aperto al contributo di tutti i professionisti del multimedia italiano, nasce per motivare meticolosamente, analiticamente, punto per punto perchè http://www.italia.it – il sito da 45 (quarantacinque) milioni (milioni) di euro (di soldi pubblici) – è un portale mal progettato, mal realizzato, mal scritto, e che grida vendetta nel suo essere scandaloso spreco di denaro pubblico, nonché un’offesa alla competenza e alla professionalità dei lavoratori del web italiano

può dirsi esaurita e compiuta, al di là di ogni preventivabile aspettativa. E con una brillantezza e con un’efficacia di cui, a voi contributori e partecipanti al blog, tocca prendervi il merito, che lo vogliate o no.

Siamo partiti da una situazione di lanci in pompa magna, e adesso tutti gli attori istituzionali fanno a gara a fuggire dal portale nazionale del turismo italiano, decretandolo cadavere (fanno un po’ patetica eccezione le aziende che l’hanno realizzato: ma considerato che sono in attesa del saldo, tutto ciò è piuttosto comprensibile). Lo stato penoso del portale, e la sintomatica, esemplare incompetenza che ha contrassegnato la storia produttiva di italia.it, sono di dominio pubblico in ogni particolare. Senza più alibi o giustificazioni confuse per nessuno. E nel sollevare e dare nitore al caso, il nostro contributo è stato fondamentale.

I media tradizionali hanno ascoltato e reso conto delle voci lucide e organizzate provenienti dal web? No.
Ci aspettavamo che lo facessero? No.
Ce ne frega qualcosa? No.

2.
Perchè non tirarla per le lunghe? Perchè non allargare il raggio di azione? Perché non stabilizzare la struttura del blog? Perchè non far fruttare la cospicua dote di visibilità e contatti che ha accumulato?

Semplice: perché ciò non è nel progetto. Scandaloitaliano si batte con furore e con forza per l’affermarsi di un serio ed efficiente “pensare progettuale” in questo asfittico paese, e dunque si comporterà di conseguenza. Della notorietà, dei contatti, del successo del blog in sé, da queste parti non frega nulla a nessuno.

1.
Scandaloitaliano segna un qualcosa di nuovo sul web italiano?
Noi pensiamo, con estrema immodestia: sì.
Ed è una cosa di cui tutti i partecipanti al progetto, a qualsiasi titolo vi abbiano preso parte, devono andare sacrosantamente orgogliosi.

0.
C’è di che esserne soddisfatti?
No.
Questo è un inizio, non una fine.
Il campo è libero, e le possibilità infinite.
I dinosauri lassù che leggono con preoccupazione e incapacità di reagire questo blog, pensato e aperto in meno di un’ora da persone “qualsiasi”, sono avvertiti.

Lettera a Prodi: PARTITA!

Di seguito pubblichiamo il testo integrale della lettera di notifica a Prodi, Rutelli e Nicolais spedita oggi 2 aprile 2007 in raccomandata AR e poi via e-mail .

Con questa lettera si notifica l’esistenza della lettera aperta a Prodi, Rutelli e Nicolais disponibile in rete e se ne allega il testo integrale.
Ci è parso un evidente controsenso inviare con essa oltre 60 pagine (tante sarebbero) di elenco degli attuali firmatari per richiedere dei documenti in formato elettronico. Sarebbe una contraddizione in termini.

La lettera in rete è aperta e tale rimarrà per almeno altri trenta giorni
(cioè sino al 02/05/2007)
. Al momento siamo oltre 1500 firme (update 29/04/2007) .
Continuate quindi a firmare e far firmare.
Sempre con Nome e Cognome, grazie.

Vi terremo informati sull’esito.

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italia.it: alcune semplici notazioni di web design

Il “dialogo” con IBM/ITS/Tiscover (le tre aziende che con 9.6 milioni di euro IVA compresa e quasi due anni di lavoro hanno realizzato il portale) è partito, con effetti oggettivamente grotteschi: se il blog è un ambiente e un dispositivo comunicativo con la sua logica e le sue leggi, loro lo stanno (per ora) uccidendo usandolo come vetrina per comunicati stampa anonimi e con una totale “assenza” di qualsiasi dialogo e comunicazione. Sembrano, tutto sommato, esseri primitivi alle prese con un apriscatole: lo annusano, lo assaggiano, ma paiono non aver la più pallida idea sul come usarlo.
Allora, in attesa che prendano confidenza con la modernità (speriamo non ci vogliano millenni), diamo loro qualche altro spunto di riflessione grazie ad Alessandro e a questa sua pacata e precisa analisi del portale dal punto di vista di un web designer.

Sono un web designer per cui faccio alcune considerazioni su quel che riguarda la qualità delle produzione e con uno sguardo all’usabilità. Ovviamente non voglio soffermarmi sulle scelte stilistiche, perchè sono troppo soggettive, però focalizzerò la mia attenzione su difetti e imprecisioni “oggettive”. E purtroppo sono tante le pagine che avrebbero bisogno di una “rivisitazione”.

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Italia.it: San Marino è scomparso (ma qualche traccia c’è…). Scatta l’incidente diplomatico.

UPDATE: grandi novità a fine post !!

Sempre nuove sorprese per il nostro beneamato portalone.
Questa volta tocca a San Marino illustre sconosciuto per Italia.it.

Visita l’ Italia – Italia in breve

San Marino

Piccolo dettaglio: le province italiane sono 106 + tre non ancora “ufficiali”.
Non 110. Lo stesso portale Italia.it ne espone sole 106.

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Lettera a Prodi: continuate a firmare!!

Al momento siamo a quota 1302.

scandaloitaliano invierà lunedì 2 aprile via e-mail e con raccomandata AR alla Presidenza del Consiglio una lettera di notifica con allegato il testo della
petizione online.

Continuate a firmare e far firmare.
Sempre con Nome e Cognome, grazie.

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UnionTurismo aderisce compatta a scandaloitaliano

In una e-mail che ci fa pervenire per conoscenza UnionTurismo comunica a scandaloitaliano che ritiene sia utile aderire compatta alla nostra lettera aperta a Prodi, “per il bene del turismo e dell’informazione turistica stessa” .

Con oggi si chiude la raccolta firme per un l’invio della lettera aperta a Prodi, Rutelli e Nicolais.
La lettera sarà spedita via e-mail lunedì 2 aprile, ma la sua versione elettronica rimarrà ancora aperta e sottoscrivibile sino ad avvenuto riscontro.

Siete ancora in tempo per firmare, fatelo!

Lancio: per le regioni il portale è un cadavere non rianimabile, ENIT non lo vuole, e nonno Stanca delira

Ecco finalmente dei giornalisti che si danno seriamente da fare. Sono di La Stefani di Bologna, già una delle più antiche agenzie di stampa italiane (Torino, 1853), e oggi settimanale di informazione che fa capo all’ordine dei giornalisti di Bologna.

Tre seri e utilissimi articoli sul tema, perché finalmente spingono alcuni dei protagonisti a parlare. Come vedrete, è iniziato il fuggi fuggi dal portale. Per ora li segnaliamo, poi vedremo se e come commentare le notevoli, e per certi versi clamorose, novità che contengono.

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Lettera a Prodi: firmare perchè ?

Al momento siamo ad oltre 1300 firme.
Firmate e fate firmare.
Per favore, sempre con Nome e Cognome, grazie.

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Italia.it: quella roba lì… improvvisata

[su gentile segnalazione di jeneregretterien e Marco (quello della Liguria)]

Ieri sera su RAITRE a Ballarò, nel giorno del voto in Senato sulla missione in Afghanistan, si sono confrontati in studio il Vice-Presidente del Consiglio Francesco Rutelli e l’onorevole Pierferdinando Casini.
Nella copertina di Maurizio Crozza, durata circa sette minuti, dopo circa 3 minuti e 45 secondi c’è un divertente duetto Rutelli-Crozza che dura un paio di minuti e che vale la pena di segnalare.

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IBM-ITS-Tiscover sul blog di rItaliaCamp (più un piccolo dietro le quinte)

La notizia sembra un po’ improbabile, ma è vera. Ne è stata appena data comunicazione ufficiale sul blog di rItaliaCamp, in questo post.

Come leggerete, un generico “team di IBM-ITS-Tiscover” (che, ricordiamolo ai più distratti, sono le tre aziende aggiudicatarie dell’appalto da 9.6 milioni di euro IVA compresa per la realizzazione del portale) recepirà “le vostre osservazioni, i suggerimenti o le critiche”, le porterà al gruppo di lavoro di italia.it, e poi posterà le risposte. Il “dialogo” verterà su quattro linee: “Contenuti”, “Infrastruttura e tecnologia”, “Accessibilità” e “Quesiti vari”. Il post non enuncia chiaramente in quale forma avverrà questa comunicazione, ma sembra di capire sul blog di rItalia.eu.

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L’uomo che provò a scongiurare il cetriolo

Franco De Vecchis, di cui abbiamo già parlato in “Il Marcio Italia“, è il progettista grafico che nel 1987 vinse il concorso pubblico per il marchio dell’ente nazionale per il turismo (ENIT): in sostanza un logo turistico nazionale mai davvero spinto e promosso da quel polveroso carrozzone che era (è?) l’ENIT, e ora definitivamente soppiantato dal famigerato cetriolo elaborato da Landor.
De Vecchis ha scritto una bella mail a scandaloitaliano, a cui ha allegato un paio di documenti alquanto interessanti, risalenti all’autunno scorso: essi dimostrano infatti che per gli addetti ai lavori e per i lungimiranti il cetriolo era già in certa misura insito nei modi e nello spirito con cui è stato attivato il bando di concorso per il nuovo logo dell’italia. (A proposito: sul sito Enit il cetriolo latita mente il logo di De Vecchis permane. Forse non siamo i soli a non apprezzare il nuovo marchio italiano elaborato dalla multinazionale Landor?)

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Esplora e approfondisci: mare e montagne…… Siamo a cavallo !!

UPDATE: esplora e approfondisci le ampie possibilità nella natura di Italia.it !

Esplora e approfondisci

Ok. Vado e approfondisco bene bene bene in tutte le Regioni:
amo ugualmente mare e montagne.

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UNIONTURISMO: “Stupore e indignazione per italia.it, il Governo intervenga”

UNIONTURISMO associa gli organismi pubblici italiani del turismo: Aziende di Promozione Turistica (APT), Aziende di Soggiorno (AST), Enti Provinciali del Turismo (EPT) e Aziende Provinciali Siciliane (AAPIT). Hanno facoltà di associarsi anche enti locali e organismi privati quali enti e consorzi che si occupino di turismo e Pro loco.
Questa sera la presidenza dell’Associazione ha diffuso il seguente comunicato, nel quale si chiede un urgente intervento del Governo affinché i “gravissimi errori” del portale siano corretti, e si mobilitano tutte le APT e le aziende di soggiorno d’Italia perché contribuiscano alla formazione di un dossier sullo stato del portale. Nel comunicato si cita esplicitamente il lavoro di analisi e informazione svolto da scandaloitaliano – che, nei giorni scorsi, aveva provveduto a inoltrare un comunicato informativo a tutte le associazioni di categoria ed enti del turismo italiano.

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Lettera a Prodi: echi sul web

Una piccola rassegna web come pretesto per ricordarvi di firmare la lettera con NOME e COGNOME, no nickname, no nomi incompleti, no insulti!

NEWS

PrimaDaNoi.itL’autorevole sito italia.it, e lettera aperta a Prodi
SDZ SocialDesignZineTrasparenza su italia.it
ADV MagazineItalia.it, 45 milioni di euro spesi dal Governo…
Emmegipress Agenzia di Stampa InternazionaleItalia, portale nazionale…
Punto InformaticoItalia.it, si chiedono gli atti ufficiali
Webnews.HTML.itItalia.it, Lettera aperta a Romano Prodi, Giacomo Dotta
Agenzia Stampa iFatti.comItalia.it, 45 milioni di euro spesi dal governo…
ITALIAchiamaITALIAItalia.it, lettera aperta a Romano Prodi

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Mille firme per Prodi, Rutelli e Nicolais

UPDATE: e nel frattempo anche scandaloitaliano compie le 100.000 visite/clic in una trentina di giorni di vita. Forse è tanto, forse ci sarebbe da essere contenti. A noi macchinisti, però, più che festeggiare, interessa ricordarvi di non vedere il blog come una cosa “frontale”, da leggere e basta, ma come una cosa cui partecipare e dare il vostro contributo, nei modi che riterrete più consoni e opportuni (post, segnalazioni, commenti, diffusione etc).
E dunque: Partecipa! e scandaloitaliano@gmail.com.

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